giovedì 22 settembre 2016

"Lo standard è l'insulto personale, non la falsità"


Come la legislazione italiana viene vista all'estero
articolo tradotto da: bOiNGbOING 

Dopo una serie di cyberbullismo di alto profilo e i conseguenti incidenti di vendetta-porno, la Camera dei deputati italiana ha presentato un disegno di legge che non farà nulla per prevenire questi abusi, e tutto per consentire la dilagante e inspiegabile censura di Internet italiana, senza regola legge o sanzione per abuso.  

Secondo la proposta di legge, i "gestori dei siti" e media italiani, tra cui i blogger, giornali e social network sarebbero obbligati a censurare la "presa in giro" in base "alla condizione personale e sociale" della vittima - che è, tutto ciò che personalmente il destinatario si sarebbe sentito offeso. La pena per la mancata adozione di azione è una multa di € 100.000. La verità è che non sia solo una difesa in giacca e cravatta ai sensi della presente legge - lo standard è l'insulto personale, non la falsità.

Cominciamo con quello che questa legge non farà in Italia: non si fermerà il bullismo, molestie o le vendette porno. La maggior parte dei servizi su cui gli italiani si esprimono non sono basati in Italia, o quelli che hanno le loro sedi di vendita in Italia, ecc, questi possono semplicemente spostare i loro uffici piuttosto che affrontare una multa 100.000 € ogni volta che qualcuno insulta qualcun altro in linea.

Ma quello che farà sarà quello di creare uno strumento per facilitare la censura senza processo o penalità per uso improprio. Lo standard proposto nel disegno di legge è semplicemente che la persona sul lato ricevente dell'argomento si sente lesa. Se si pensa all'abuso del copyright: la moltitudine di siti on-line già ricevono milioni di questi, più di quanto potessero eventualmente valutare, e quindi abbiamo un regime di rimozione per violazione che permette ordinariamente di rimuovere il materiale mettendoli in una luce poco lusinghiera. 

Un male di questo tipo, rende almeno la censura contingente su qualcosa di specifico e oggettivo: la violazione del copyright, che ha una ricchezza di giurisprudenza con contorni definiti. Tanto che in effetti,  è necessario essere un esperto qualificato per giudicare un reclamo di violazione. Ma almeno si può oggettivamente valutare se una violazione del copyright ha avuto luogo.

Lo standard fissato e proposto dalla legge italiana per i crediti puramente soggettivi da effettuare, consente enormi sanzioni da imporre a coloro che li hanno in discussione prima di intraprendere atti di cancellazione e censura.

Come ogni diritto civile, la legge italiana propone favorendo i ricchi e i potenti, che meglio sono in grado di permettersi un contenzioso civile - si pensi ai vecchi e famigerati abusi delle leggi sulla diffamazione della Gran Bretagna, che corrotte e schermate potenti persone, da decenni hanno impunemente abusato sessualmente dei bambini, un segreto che nessuno ha osato farne un rapporto.

Cosa si può dire di più, se non quello di uno sfogo online sulla giurisdizione italiana sullo discutere di politica e la società civile, il che significa che questa legge in modo sproporzionato interesserà il discorso dell'interesse politico locale, dando i ricchi e ai potenti, al criminale e al corrotto, il potere incontrollato per rimuovere semplicemente il materiale che li offende - indipendentemente dal fatto che il materiale sia vero o falso.

L'esperto di Internet deputato italiano Stefano Quintarelli ha proposto un emendamento che rende la legge marginalmente più sana: sotto la sua modifica, una carenza su un avviso di censura non darebbe automaticamente luogo ad una multa; piuttosto, sarebbe la persona che ha ignorato la denuncia di una parte di ogni eventuale sanzione civile imposta da un tribunale di diritto.

Questo è un passo nella giusta direzione, ma è in realtà solo un cerotto su un abisso di male, legislazione reazionaria. Le persone che sono sinceramente addolorate continueranno a lottare per la giustizia; gli originali cattivi attori  (come i siti di vendette-porno) continueranno impunemente fuori giurisdizione italiana, e il ricco e il potente otterranno una forza-moltiplicatrice per tacere le critiche rivolte loro senza significative penalizzazioni per l'abuso.

Gli anni di Berlusconi hanno dato all'Italia una reputazione di caos politico. Nell'era post-berlusconiana, che speravamo fosse meglio. Con le idee che considerano seriamente un male di questo tipo, la camera dei deputati italiana continua a fare della politica uno scherzo globale.

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5 commenti:

  1. Rapporto Freedom House Da Wikipedia:
    Dal 1980 Freedom House analizza la libertà di stampa in 195 Paesi e territori, assegnando dei valori in base a categorie oggettive. Ad ogni paese è assegnato un punteggio che va da 0 (il migliore) a 100 (il peggiore) sulla base delle risposte a un questionario di 23 domande.

    I paesi che ottengono da 0 a 30 punti hanno una totale libertà di stampa; in quelli che ottengono un punteggio da 31 a 60 la libertà è considerata parziale; i paesi che ottengono un punteggio da 61 a 100 non hanno libertà di stampa.


    Rapporto del Corriere della Sera a maggio 2016:
    Libertà di stampa: ecco i 12 «cattivi» Italia al 77° posto, Haiti meglio di noi

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  2. Carissimo,

    molti paventano che i blogger non allineati saranno costretti ad interrompere le pubblicazioni a causa di questa legge che, fingendo di combattere il bullismo, intende censurare e zittire i pochi autori non organici all'esecrando sistema.

    Ciao

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    1. Ciao caro Zret,

      molti si sono già rassegnati, è di questi giorni che alcuni amici di penna con blog, stanno paventando di chiuderli definitivamente e cercando di salvare il lavoro fatto negli anni.

      E' sempre la solita storia di infilare nella legge (in questo caso il cyberbullismo) altre cose che con una iter normale non sarebbe mai passata.

      Nel mese di maggio di quest'anno l'Italia era collocata al 77° posto sull'informazione mondiale, con questa legge scenderemo ulteriormente.

      Un articolo e libro corposo e controverso (che merita di essere letto nella sua integrità) ci spiega anche la nostra complicità nel permettere che tutto questo accada:

      “Internet non salverà il mondo”

      Io non faccio più testo in nessun contesto, l'età anagrafica mi emargina; quello che mi preoccupa (e non poco) sono le nuove generazioni che come carte assorbenti assimilano tutto quello che la virulenta tecnologia veicola per loro e contro di loro; lo vedo tutti i giorni con i miei nipotini di 12 e 15 anni, quando mi connetto con Skype per salutarli; il loro "Deus Ex Machina" è il tablet e lo Smartphone, rigorosamente connesso in wi-fi.

      Ciao

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    2. Ecco, hai messo il dito nella piaga, Wlady. Qualcuno ha scritto: "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Il problema è il seguente: le nuove generazioni amano questo mondo immondo. Esse non desiderano alcun cambiamento: l'importante è avere una diavoleria tecnologica e del cibo spazzatura da sgranocchiare mentre seguono un programma spazzatura. E noi? Noi alla finestra a guardare questa realtà decomporsi...

      Ciao

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  3. Altroché piaga caro amico Zret, è diventata una ferita in cancrena. La frase da te citata è in testata al mio blog ma pochi la sanno leggere nel suo vero significato, figuriamoci poi a chi l'ha scritta.

    Già, dimenticavo il cibo spazzatura che, i miei nipotini non si fanno mancare quando prendono a scuola un buon voto; tutti a festeggiare dall'innominabile (volutamente) dio della ristorazione mummificata, nonostante ripeta loro il grave carico tossico di certe sostanze che vengono definite alimentari.

    Io senza dubbio (senza ne arte ne parte) rimango in questa piccola finestra del mio blog; Tu invece sei un Professore (che io stimo moltissimo) puoi fare la differenza, perché tratti materiale umano, cerca di fare il possibile senza comprometterti per evitare che si decomponga.

    Ciao

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